I racconti di Carla Menaldo hanno una loro dichiarata fragilità, un tono sommesso, raccontano episodi che potrebbero quasi sembrare inconsistenti, se qualcosa non li illuminasse: ora un ricordo, ora un gesto, ora un'immagine. Qualcosa che viene dal passato, spesso, perché L'unica cosa davvero (Cleup, pp. 125, euro 12) è una piccola antologia personale, che forse non è autobiografica nei fatti, ma lo è certo nei luoghi, perché racconta il senso di un'appartenenza cui non si vuole rinunciare. Carla Menaldo, giornalista e scrittrice, esordisce con questo libro, che a sua volta inaugura anche una nuova collana, intitolata «Vicoli», diretta da Saveria Che-motti, per rimarcare la scelta di strade secondarie, in qualche modo minori, rispetto alla letteratura corrente. Non sperimentazioni, ma percorsi individuali, magari stretti e tortuosi, ma anche suggestivi.
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