Scritto da Carla Menaldo
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Lunedì 21 Giugno 2010 14:14 |
A PADOVA LO TROVI DA GABBIA via Dante, 8
E' uscito il nuovo cd di Athos Bassissi, Tango y maletas, che contiene una mia nota:
Dalle radici argentine alla malinconia francese, passando attraverso l’elettronica contemporanea, fino ai confini sensuali di un’Arabia disco e visionaria. Tango y maletas è il viaggio insolito e sorprendente del tango che, partito da oltreoceano, fonde e impasta le proprie origini con le etnie musicali delle terre d’Europa, del Medio Oriente e dell’Africa.
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Calle del Arenal - Racconto |
Scritto da Carla Menaldo
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Mercoledì 12 Maggio 2010 10:46 |
CALLE DEL ARENAL
Sai che cosa aveva davvero di diverso?
Che diceva tutto e non aveva paura. Non c’era un dopo, non c’erano reazioni, non c’erano freni, nessuno. Tutto quello che le passava per la testa te lo diceva, tutto quello che provava per te te lo sentivi dire, te lo trovavi scritto sul retro degli appunti, sul foglio strappato di un’agenda, a puntate sui post it.
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MEGLIO DIRSELO (Rizzoli 2010) |
Scritto da Carla Menaldo
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Lunedì 03 Maggio 2010 09:40 |
Recensione al libro di Daria Colombo
MEGLIO DIRSELO
Cominciamo dal centro.
«Io però credo che sia meglio dirselo» dice piano Lara, commossa, senza riuscire a guardare suo padre negli occhi.
«Cosa?»
«Che ci si vuole bene»
È da questo centro che si spiega tutto il romanzo, è questa la chiave interpretativa che spalanca tutte le stanze della vita di Lara. E il lettore si trova improvvisamente tra le pieghe di quella famiglia, una sorta di voce fuori campo, un terzo figlio che osserva, ascolta, vive.
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Scritto da Carla Menaldo
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Giovedì 22 Aprile 2010 09:18 |
- Orlando, siediti qui. Qui, Orlando, da bravo.
Conosceva molte persone ormai. Alcune di loro passavano più volte al giorno e se erano con qualcuno parlavano di cose, e lui sapeva tanti pezzi di quelle cose, tanti pezzi che univa e alla fine le conosceva quelle persone. Sapeva a che ora andavano in palestra, quanti figli avevano, a volte dove abitavano, almeno la zona. Sapeva se avevano l’amante. E sapeva di quello che passava verso l’una in vestito grigio con la moglie sottobraccio per andare a pranzo, e poi ripassava la sera con la camicia aderente, un foulard al collo bene annodato, un paio di pantaloni chiari agganciato a un ragazzo di una decina d’anni di meno.
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Scritto da Carla Menaldo
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Giovedì 08 Aprile 2010 10:29 |
Stesa sul letto guardava fuori dalla finestra chiusa con gli occhi chiusi, ma si vedevano le colline infondo, come un quadro fisso solo che sapeva che erano vive. A volte l'unica vita possibile.
Amelia allungava le mani a prendere l'aria che aveva sempre una strana fisica consistenza ogni volta, dopo. Se n'era andata da mezz'ora, infilato la gonna grigia sotto il ginocchio, la tracolla buttata sopra la camicia trasparente, la giacca no, faceva troppo caldo. Pensava a come si dissolveva dalla stanza come se non avesse corpo, a come invece non poteva fare a meno di sentire ancora quella carne morbida, bianca, a come le sue mani entravano dentro piano, a come si muoveva sopra di lei fino a sprofondare la testa tra i seni, poi fino al collo.
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